Harakiri, Serj Tankian
- Di Paolino Di Biasio
- 9 mar 2015
- Tempo di lettura: 2 min

Serj Tankian, classe 1967, nato a Beirut (Libano) e discendente di un superstite del genocidio armeno del 1915. Insieme al suo gruppo, i System of a Down (composto da altri tre discendenti di superstiti al genocidio armeno) e Tom Morello (Rage Against the Machine) gestisce un'associazione no-profit chiamata Axis of Justice, che combatte per le ingiustizie sociali, oltre che partecipare a varie iniziative di carattere ambientale come Hydrogen (f)or life (sviluppo di energia pulita).
Da questo calderone nasce l'album Harakiri, che già nel titolo dimostra la critica sociale da parte dell'artista nei confronti dell'umanità.
Per chi non lo sapesse l'harakiri è la pratica tipica dei samurai giapponesi, con la quale si suicidavano per evitare di perdere il loro onore, una pratica molto simile al "seppuku".
Citando le parole dell'artista:
«Ho deciso di chiamarlo Harakiri perché è il termine giapponese per indicare un suicidio rispettoso ma si riferisce anche a ciò che stiamo facendo al nostro pianeta, perché ciò che stiamo facendo ad esso sta uccidendo anche noi.»
La title track tratta appunto del rapporto uomo-natura, prendendo come spunto da un curioso evento accaduto nel 2011, ovvero la morte di milioni di uccelli e pesci senza nessuna spiegazione scientifica esaustiva.
Da ciò l'interpretazione artistica del significato "harakiri": questi animali si sono come suicidati per sfuggire al degrado dell'ambiente, a come noi stiamo distruggendo questo pianeta.
Dalla teatica ambientale, comunque centrale in tutto l'album, si sviluppano varie argomentazioni fortemente attuali quali l’ingiustizia, le disuguaglianze economiche, il fallimento dell’agenda globale.
Per questo motivo l'altra traccia da prendere in esame è "Butterfly", canzone molto psicologica che analizza a fondo l'umanità e la società e come questi non capiscono ciò che accade attorno a loro. Nello specifico, la società non si accorge che la natura si sta ribellando, espresso nella frase "children outcry, grandfather sky": la natura, immensamente più anziana di noi, irrompe in un pianto infantile (ovvero le pioggie acide).
Altra canzone simbolica è "Cornucopia". Si tratta di tematiche ambientali e sociali, in riferimento alla nostra usanza di osservare un disastro e, invece di reagire, semplicemente facciamo spallucce e andiamo da un'altra parte dove il problema non esiste, dimostrando come noi abbiamo rotto la nostra connessione con la Natura e con il luogo nel quale viviamo.
Ultima canzone da prendere in analisi è "Occupied tears", canzone che tratta il vittimismo che afflige la nostra epoca. O per meglio dire, come l'ipocrisia di alcune vittime diventa vittimismo, di come ciò evolve in qualcosa che non fa altro che creare nuove vittime, creando così devastante circolo vizioso che devasta il pianeta.
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