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Boicotta Telethon


Anche quest’anno si è tenuta la manifestazione contro Telethon, durante la consueta raccolta fondi di questa fondazione che, sempre più, non esitiamo a definire criminale per il modo in cui specula sulla vita di uomini e animali. Di articoli su “Truffathon” ce ne sono a decine nel web, quindi ci sembra superfluo parlane anche qui. Piuttosto, crediamo sia quantomeno opportuno, esprimere il punto di vista di chi, venerdì sera davanti agli studi Rai di via Ettore Romagnoli, veramente c’era e ne ha subito anche le conseguenze (a differenza di molti giornalisti che hanno scritto sull’argomento in questi due giorni senza essere presenti sul posto).

La nostra voleva essere una manifestazione autorizzata, del tutto non violenta e dimostrativa. Provocati, infamati, insultati, picchiati e perfino arrestati: ecco come è andata a finire. Del resto, non siamo che piccoli attivisti contro una grande fondazione, supportata dai poteri forti e dalla gente che conta. Una battaglia persa in partenza in uno Stato malato inserito all’interno di un sistema profondamente ingiusto. Però noi ci abbiamo provato perché, come diceva Orwell: «nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario». Ma la verità fa male e loro lo sanno bene. Per questo erano presenti fin dall’inizio tre camionette del reparto celere, più altre arrivate in seguito; per questo nel momento centrale siamo stati spostati violentemente dall’altro lato della strada; per questo al minimo gesto di resistenza (attiva ma non violenta) siamo stati portati in commissariato; per questo sono due giorni che molti giornali ci vogliono far passare come dei teppisti.

Il bilancio è drammatico se confrontato ai fatti accaduti: sette fermi (compresi tre dei nostri), di cui due denunciati e tre arrestate (tra cui una nostra ragazza), le quali sono state processate in direttissima ieri mattina e saranno costrette ad affrontare il processo ufficiale. Le anomalie delle forze dell’ordine erano evidenti fin dall’inizio, da quando un attivista è stato colpito sui genitali e costretto ad aspettare più di mezz’ora l’ambulanza, ma sono continuate fino a far degenerare la protesta in un massacro. Quattro persone sono state portate in ospedale e hanno riscontrato lesioni, provocate dalla brutalità del reparto celere.

Insomma, un vero schifo. Non bastava rilegarci ad un misero spazio (fisico e mediatico) per portare avanti il nostro punto di vista. No, bisognava farcela pagare, perché abbiamo osato contestare il Potere. Ci sono molti dettagli che sveleremo in seguito, intanto speriamo che questo breve scritto possa far capire in che situazione viviamo. Per il momento non possiamo che portare avanti un semplice concetto al di là di sigle e ideologie varie: attivisti liberi!

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